POLVERE D’AUTUNNO

POLVERE D’AUTUNNO

L’autunno di questo pazzo 2020 lo ricorderemo a lungo. Grosse quantità di neve cadute a partire dalle prime settimane di ottobre hanno ricoperto buona parte delle Alpi anche a basse quote, permettendo ai fanatici di potersi divertire su nevi fredde ed itinerari che generalmente vengono percorsi in primavera inoltrata.

skiplace polvere d'autunno
In direzione Piramide Vincent 4215m, Monte Rosa / Ottobre 2020

Ottobre 2002, 8.00 A.M. / Autostrada dei Fori, frequenza radio FM

” Si prevede tra il pomeriggio di oggi e la notte di domani l ‘arrivo di una perturbazione atlantica che si scontrerà con correnti fredde provenienti da nord che determineranno un abbassamento della temperatura. Si prevedono mareggiate sulle coste, fenomeni temporaleschi e nevicate sui rilievi a partire dai 1200m”.

Da Free Rider n° 5 / Speciale Monte Rosa / In viaggio verso l’onda bianca – testo di Andrea Gallo.

Saro Costa verso la vetta del Munt Pers 3207m / Engadina, prima di scendere per il canale Nord/Est in 50 cm di polvere / Ottobre 2020

Non poteva che iniziare cosi il nostro articolo, ovvero con le parole di Andrea Gallo comparse su uno dei numeri più belli di sempre della rivista FREE RIDER.

Poche parole che fanno capire quanto i fanatici dello sci aspettano con fervore la prima neve cadere sulle montagne. Una sorta di rito di inizio alla nuova stagione, dove il vecchio viene cancellato e il nuovo sta per nascere;  un RESET totale dove non importa quanto hai sciato la stagione precedente, ma pensi solo a quella che verrà.

Con l’abbassamento delle temperature non è solo la neve a presentarsi puntuale ma anche dubbi ed incertezze su come evolveranno inverno e primavera. Nessuno saprà mai rispondere a queste domande, l’unica cosa certa è che questi sono stati mesi dove lo sci di montagna è stato il vero protagonista dell’autunno.

OTTOBRE 2020

Ottobre è mese di transizione. L’estate è ormai alle spalle e gli unici ricordi che mi legano a questo mese sono le arrampicate in Val di Mello e i dolori alla gola e alle ginocchia dopo la Bellagio Skyrace e il Trofeo dei Presidenti.

Non mi è mai piaciuto iniziare troppo presto a sciare durante la stagione. Una volta che inizio,  non mi piace poi rimanere un altro mese a secco o essere obbligato ad andare su qualche ghiacciaio a bordo pista per fare due curve.

Ma questo autunno è stato completamente diverso. Non abbiamo assistito alla solita spolverata e via, ma a delle vere e proprie nevicate con notevoli accumuli fino a 1900/2000m

Saro Costa e Fabio Vigezzi in salita verso la vedretta Nord di Lago Spalmo 3291m / 16 ottobre 2020

La stagione parte molto presto e al 16 di ottobre ci troviamo io, Saro Costa e Fabio Vigezzi in direzione Val Viola per provare a salire alla Cima di Lago Spalmo, dove il ghiacciaio finale offre una splendida sciata su pendenze uniformi,  fatte apposta per lo sci. Il portage non ci da fastidio e dopo 200m possiamo calzare sci e scarponi per battere la nostra traccia,  che arriverà a misurare sul ghiacciaio 40 cm abbondanti. Graziati dalla meteo che dava brutto, la discesa è un sogno. Neve e temperatura sono da inverno inoltrato e ci lasciamo scivolare verso valle con molta euforia. A metà ghiacciato vediamo un puntino nero e scopriamo poi essere il mitico Adriano Greco, scialpinista di fama Mondiale e nostro Istruttore ai Corsi Guida. Un veloce saluto e via verso valle, dove ci attendono larici arancioni coperti di neve.

Davide Terraneo in discesa dalla vedretta nord di Lago Spalmo 3291m / 16 ottobre 2020 / ph Saro Costa
Saro Costa assaggia la polvere invernale sulla vedretta nord della Cima di Lago Spalmo 3291m / 16 Ottobre 2020
Saro Costa, Davide Terraneo, Fabio Vigezzi, Adriano Greco / Cima Orientale di Lago Spalmo 3291m / 16 ottobre 2020

I giorni seguenti faccio una veloce scappata ad Arco di Trento dove con Giovanni Pagnoncelli saliamo due classiche della zona: La Cesare Levis ( diedro Manolo) al Piccolo Dain di Pietramurata e la via del Missile al Monte Casale. La temperatura è decisamente invernale nelle prime ore del mattino a ricordarci questo strano autunno e la sorpresa una volta tornato a casa, è la nuova neve scesa a bassa quota sulle Alpi.

Parte il solito giro di chiamate e alla fine sabato 24 ottobre ci presentiamo a Gressoney io Mattia Varchetti, Saro Costa e Olga Cantoia dove,  grazie al servizio navetta per i rifugi Mantova/Gnifetti , saliamo in Jeep fino a sotto Al Gabiet. Con noi anche Edoardo e cliente, anche loro in zona per una bella sciata. Al mattino la temperatura è frizzante e dopo essere saliti fino all’ OresteHutte a piedi,  finalmente iniziamo a pellare. Saliamo Verso lo Stolemberg battendo traccia su ottima neve per essere metà ottobre. Edo e cliente prendono un’altra strada salendo per la cresta di alta luce e ci ritroveremo poi nel pomeriggio per il passaggio finale “salva ginocchia”.

La nostra metà è la Piramide Vincent e una volta arrivati a Indren notiamo che la parete Sud/Est è ben bianca. Decidiamo lo stesso di salire dalla normale e se fosse buona poi scendere la S/E e rientrare per il Ghiacciaio di Punta Giordani.

Mattia Varchetti e Saro Costa in salita verso l’OresteHutte, Monte Rosa / 24 ottobre 2020

Saliamo dai canalini di Indren e lo spessore della neve continua ad aumentare fino al colle Vincent  dove il vento ha già lavorato parecchio, rendendo il manto più duro e compatto. L’atmosfera è incredibile e lo stacco tra le montagne innevate e la pianura è molto forte. Raggiungiamo la cima della Piramide Vincent dopo quasi 2000m di disl e diversi km percorsi, dove facciamo una pausa prima di andare a vedere l’ingresso della Parete Sud/Est. La linea sembra esserci e si passa senza fare strani giri. Entriamo una alla volta trovando bella neve già scaldata un pò dal sole. Le pendenze sono le classiche dello sci ripido e quindi sciamo controllati fino al ghiacciaio di punta Giordani dove poi possiamo lasciar correre i nostri attrezzi su una neve da lacrime.

La giornata finirà con un bel brindisi di inizio stagione assieme a Jimmy Sesana in uno dei pochi bar aperti nella valle, ridendo, ascoltando e condividendo vari racconti. Questo è l’unico vero modo per conoscere, tramandare e crescere culturalmente in qualsiasi posto e attività legate alla montagna.

Olga,Mattia e Saro in salita verso la Piramide Vicent 4215m / Monte Rosa 24 ottobre 2020
Saro Costa in ingresso alla parete Sud-Est della Piramide Vincent 4205m / 24 ottobre 2020
Mattia Varchetti curva in piena parete sulla Sud-Est della Piramide Vincent 4215m / 24 ottobre 2020
Mattia Varchetti in uscita sul Ghiacciaio di Punta Giordani / 24 ottobre 2020

Un’altra perturbazione porta ancora della neve fredda e il mercoledì successivo non ci facciamo scappare l’occasione. Ci dirigiamo io, Saro, Emiliano, Vige e il buon Raffo al passo del Bernina che a inizio stagione è sempre una garanzia. Non abbiamo una metà fissa e decidiamo, una volta arrivati sul posto, di valutare le condizioni e scegliere qualcosa da fare.

La scelta cade sul Munt Pers e sulla sua cresta ricca di canali esposti a Nord. Risaliamo le piste chiuse e non ancora battute del Diavolezza e capiamo che la situazione è molto buona dato che anche al sole la neve è rimasta polverosa. Dopo una piccola pausa al bar della funivia ci dirigiamo verso la cima della nostra meta, dove ci divideremo in due gruppi su due canali differenti per non darci troppo fastidio e godere a pieno la polvere presente.

In salita verso il Munt Pers 3207 m, Engadina  / 28 ottobre 2020
Il massiccio del Bernina visto dal cima del Munt Pers 3207m, Engadina / 28 ottobre 2020
Saro Costa in discesa dal canale Nord/Est del Munt Pers 3207m, Engadina in 50 cm di zucchero / 28 ottobre 2020
Davide Terraneo in discesa dal canale Nord Est del Munt Pers 3207m, Engadina / 28 ottobre 2020 / ph Saro Costa

Galvanizzati da queste condizioni decidiamo di ripellare e salire al Sass Queder 2990m e di scendere in Val d’Arlas, storico itinerario freeride del comprensorio del Diavolezza. La scelta si rivelerà azzeccata e troveremo ancora ottima polvere fino al fondovalle,  prima di ricongiungerci con la strada del passo del Bernina.

L’ultimo w.e. di ottobre dedico come da tradizione di salire a Madesimo sempre con l’idea di poter sciare qualcosa anche a costo di camminare un pò con gli sci in spalla. Il passo dello Spluga è ancora aperto e ne approfittiamo per salire fino ai suoi 2114m in direzione del Pizzo Tambò 3279m, la cima italiana più lontana dalle coste del mare. I versanti al sole sono già belli trasformati e anche se non c’è tanta neve alla partenza,  riusciamo a salire e poi a scendere senza problemi. La giornata è perfetta, no freddo, no troppo caldo, no vento. Arrivo al deposito sci e propongo al mio amico Alberto de Bernardi di provare a scendere la Nord-Est e rientrare poi alla dogana. Questa discesa è una classica della zona, 600 e rotti metri tra 40 e 45°, nulla di difficile ma di sicura soddisfazione soprattutto in queste condizioni e al 31 di ottobre. Sotto la cima incontriamo Rossano Libera con una cliente, scambio veloce di saluti, foto ricordo e via ognuno per la propria strada.

Alberto de Bernardi e le prime curve sulla parete Nord-Est del Tambò / 31 ottobre 2020

Il canale a metà presenta qualche metro di neve dura e gelata che non ha trattenuto le ultime nevicate, ma basta spostarsi sulle sponde di destra per sciare ancora in una neve eccezionale fredda e profonda. Solo qualche tratto verso la fine presenta una leggerissima crosticina che viene sgretolata senza problema dai nostri sci.

A fine discesa guardiamo il versante appena sciato e non ci sembra vero che ci sia cosi tanta neve. La risalita per arrivare poi alla dogana la facciamo tracciando in 50 cm di polvere e ci verrebbe voglia di scendere ancora e sciare di nuovo quei pendii, ma per oggi basta cosi.

Davide Terraneo in discesa dalla parete Nord-Est del Pizzo Tambò 3279m / 31 ottobre 2020 / Foto Albero De Bernardi
Alberto de Bernadi si gode i pendii finali della Nord-Est del Pizzo Tambò 3279m / 31 ottobre 2020
Freeride nella Nord-Est del Pizzo Tambò 3279m per Davide Terraneo / 31 ottobre 2020 / ph Alberto De Bernardi

NOVEMBRE 2020

Incredulo ancora per la giornata appena trascorsa e finita con un bel aperitivo al Ristoro Pasini sugli andossi, scrivo al mio amico e compagno al corso guide Andrea Bormida che le condizioni in loco sono ottime e che molto probabilmente l’indomani mi piacerebbe provare a fare il Canale Centrale del Pizzo Stella. Una doppietta del genere sarebbe gia un bel colpo in primavera figuriamoci ora.

Invito accettato e ci diamo appuntamento a Madesimo. Il piano prevede di partire da Motta a piedi per il sentiero c10 che va all’alpe Angeloga e poi dal Rifugio iniziare a pellare. Avevo già adottato questo sistema nel 2011 con Pietro Marzorati per sciare il canale Vittoria al Pizzo Stella e in assenza di neve fino a 2000 m è sicuramente più corto che partire da Fraciscio.

7 e 30 in punto ci incamminiamo verso l’Alpe Angeloga con non poche difficoltà dovute alla presenza di diversi tratti di neve sfondosa sul sentiero. La giornata è nuvolosa e la cappa notturna ha “seduto” la neve mica male.

Decidiamo di non voler incappare in sorprese e quindi decidiamo di  risalire il canale prima di sciarlo, per capire che neve e condizioni troveremo. La strettoia iniziale è molto magra e si intravede anche una piccola terminale, ma grazie all’umido delle nuvole non ci troviamo nella classica situazione di polvere su roccia dove ad ogni passo avanti ne fai cinque indietro e riusciamo quindi a salire con pedonate perfette di 20-30 cm.

Il maestro Andrea Bormida in cammino sopra Motta Alta in direzione Alpe Angeloga / 1 novembre 2020
Andrea Bormida in salita verso il Pizzo Stella 3163m con l’Alpe Angeloga sullo sfondo / 1 novembre 2020
Andrea Bormida attacca il canale centrale sulla parete Nord del Pizzo Stella 3163m / 1 novembre 2020

La salita nel canale non presenta problemi e ci alterniamo spesso nella tracciatura per essere più efficienti e veloci. La neve non è più polverosa come il giorno precedente ma è comunque un ottima neve fresca leggermente umida. Sbucati sulla cresta che conduce in cima non ce fuori un solo sasso e chi conosce questa zona sa che è molto raro trovare tutto ben coperto, a causa dei forti venti ai quali lo Stella è soggetto; una situazione simile mi era capita solo e soltanto nel dicembre dell’anno precedente.

In vetta la temperatura non è piacevole e un forte vento ci obbliga a fare tutto di fretta prima di addentrarci in quella che sarà un discesa perfetta. Il ritorno a piedi a Motta non è stato per nulla piacevole ma obbligatorio per ritornare alla macchina.

Con questa giornata concludo un mini ciclo: ho iniziato a sciare il Centrale dello Stella il 16 aprile 2010 e questa è la decima ripetizione dopo 10 anni.

Andrea Bormida in cima al Pizzo Stella 3163m / 1 novembre 2020
Andrea Bormida in discesa nel Canale Centrale sulla parete Nord del Pizzo Stella 3163 / 1 novembre 2020
Davide Terraneo in discesa dal Canale Centrale del Pizzo Stella 3163m / 1 novembre 2020 / ph Andrea Bormida
La parete Nord del Pizzo Stella 3163m con i suoi canali Vittoria a sinistra e centrale a Destra / 1 novembre 2020

Come era prevedibile le temperature dopo la prima settimana di novembre si rialzano e abbandoniamo gli sci per un progetto che da anni mi frulla nella testa ma che per diversi motivi non abbiamo mai preso seriamente in considerazione :

la via Burgasser sulla parete Nord Ovest della Sciora Dadent in val Bondasca 3275.

Questa linea aperta da Herbert Burgasser si sviluppa per 800 in un ambiente eccezionale e severo nella stagione “invernale”. Con Saro e Lorenz ci addentriamo in Bondasca dopo un veloce saluto alla sua sentinella Renata Rossi, pronti a passare una notte a 5 stelle nel bellissimo Bivacco invernale della Capanna Sciora.

Il sentiero che sale alla Capanna Sciora è in completo stato di abbandono e i primi 200 m sono completamente stati spazzati via dalla frana del 23 agosto 2017 scesa dal Cengalo. Tribuliamo un po a capire dove passava il sentiero e dopo del sano ravage lo intercettiamo e lo seguiamo fino alla capanna.

Maestosa di fronte a noi la Nord-Ovest della Sciora Dadent 3275m / novembre 2020

Il giorno seguente partiamo di buona lena e troviamo ottime condizioni per l’avvicinamento che con gli sci ricordavo più corto. Saliamo rapidi e slegati alcuni salti e strozzature fino alla parte vera e propria di misto dove facciamo 4 tiri prima della conserva finale. Le condizioni sono ottime e la salita non si rivela complicata grazie anche a un meteo perfetto.

I divertenti salti iniziali sulla via Burgasser alla Sciora Dadent 3275m / novembre 2020
Saro Costa nei tiri centrali della via Burgasser sulla Sciora Dadent 3275m / novembre 2020
Saro Costa ultimo tiro prima della pala sommitale, via Burgasser alla Sciora Dadent 3275m / novembre 2020

In cima il forte vento ci obbliga a una veloce merenda prima di cambiare assetto e metterci in modalità discesa che rimane l’ultima grande incognita di questo bellissimo giorno.

Individuiamo il pendio che dovrebbe portarci sul ghiacciaio della Bondasca caratterizzato da pendenze di 45 50° esposto su delle barre di roccia. L’esposizione a sud ha fatto si che la neve fosse bella compatta ed uniforme fino alla grande barra di rocce che si traversa da sinistra verso destra, prima di prendere un canalino di uscita che ci porterà sul ghiacciaio vero e proprio della Bondasca. La discesa non presenta grosse difficoltà tecniche ma è esposta e presenta diversi pericoli oggettivi in caso di grossi accumuli di neve non ancora assestati.

Ora manca solo qualche slalom tra i crepaci, sistemare gli zaini e il bivacco invernale, e una lunga discesa verso valle che si rivelerà un’ulteriore avventura soprattutto quando ci perdiamo nell’immensa frana del Cengalo al buio e in mezzo a massi e crateri dalle dimensioni impressionanti. Con qualche sali e scendi in più rispetto all’andata riusciamo a ritornare sulla sinistra orografica della valle e grazie a qualche segno delle impronte lasciate il giorno prima, raggiungiamo il vecchio posteggio di Laret ormai distrutto.

Ambiente ancora molto severo per Lorenz in discesa dalla Sciora Dadent 3275m / novembre 2020
Saro e Lorenz in discesa sul ghiacciaio della Bondasca. Ambiente freddo, invernale ed isolato a pochi chilometri da casa / novembre 2020

DICEMBRE 2020

Dopo una piccola parentesi calda sono ancora il freddo e la neve a rendersi protagonisti di questo autunno. Sciare sulle montagne lecchesi è sempre bello e mi è gia capitato diverse volte ma mai con cosi tanta neve e di questa qualità. Iniziamo dicembre con la mega classica della zona, il Resegone da Morterone. Già nei primi metri misuriamo un mano nevoso oltre il metro e addentrandoci nel bosco il paesaggio è incantevole.

Andrea Bormida e i boschi del Resegone 1875m carichi di neve / 9 dicembre 2020
Andrea Bormida in salita slalomeggia tra i rami piegati dalla neve / 9 dicembre 2020

Vetta del Resogone e ancora il solito vento che spunta solo gli ultimi 50 m come già capitato diverse volte in questo autunno. Anche qui, come allo Stella, partire a sciare i primi metri da sotto la croce con tutte le rocce completamente coperte dal manto nevoso è cosa assai rara. Inutile dire che la qualità della neve in discesa era da urlo e anche l’ambiente che circondava, con tutte le piante bianche e il grigio del cielo a farci ricordare che l’inverno era in arrivo.

Andrea Bormida in discesa dal Monte Resegone 1875m / 9 dicembre 2020
Davide Terraneo in discesa verso i boschi del Resegone 1875m / 9 dicembre 2020 / ph Andrea Bormida
Davide Terraneo in discesa verso i boschi del Monte Resegone 1875m / 9 dicembre 2020 / ph Andrea Bormida

Con Andrea decidiamo di non perdere l’occasione di poter sciare ancora su queste montagne e con questa neve. A nord è ancora polvere sicuramente e almeno fino a 800 m di quota ce un manto nevoso sciabile. Decidiamo di andare a ficcare il naso in un angolo veramente poco frequentato della Grigna Meridionale (o Grignetta per gli aficionados) e quindi con Saro ed Edorado Carelli ci presentiamo sabato 12 al posteggio della chiesetta del Sacro Cuore a Balisio.

Il progetto prevedere di salire non per il versante Est, troppo ripido e valanghivo con queste condizioni, ma di addentrarci in direzione buco di grigna seguendo la val campione fino a raggiungere l’omonima alpe e proseguire per la cresta dei Curonecc fino alla vetta del Monte Campione, una cima satellite a pochi passi dal Bivacco Ferrario e dalla cima della Grignetta.

In salita verso l’alpe Campione nell’incredibile faggeta iniziale / 12 dicembre 2020
In salita verso l’alpe Campione nell’incredibile faggeta iniziale / 12 dicembre 2020

Salendo ci confrontiamo su quanto sia raro poter trovare al giorno d’oggi condizioni su itinerari di questo tipo. La maggior parte delle persone è troppo concentrata sulle difficoltà, numeri e dislivelli. Il lato sportivo dello scialpinismo sicuramente non è trascurabile ma non deve essere il senso stesso di queste disciplina.

Più aumentano i metri percorsi tra i vari pensieri e più ci rendiamo conto che Andrea aveva ragione e questo versante completamente esposto a nord che porta all’Alpe Campione è completamente sciabile e pure con bella neve

Andrea Bormida in direzione alpe Campione. Sullo sfondo gli scudi tremare, Grigna Settentrionale / 12 dicembre 2020
Saro Costa, Andrea Bormida e Edorado Carelli sulla cresta dei Curonecc verso la vetta del Monte Campione 2101m / 12 dicembre 2020
Davide Terraneo guarda l’uscita del canale del sasso incastrato, parete Est della Grigretta / 12 dicembre 2020 / ph Saro Costa

Raggiunta l’alpe campione cerchiamo di attaccare la cresta nel punto più logico e meno valanghivo. Le condizioni sono ottime, non ci sono accumuli e la neve presente varia tra i 15 e 20 cm massimo fino al punto culminante denominato Monte Campione.

E’ la seconda volta che mi trovo qui con gli: nel 2015 con Pietro Marzorati e Massimo Ratti, dopo essere saliti dalla cresta Sinigaglia con le  scarpe, avevamo sceso gli 800 m del versante est della Grignetta lungo la val Gerone ed eravamo proprio partiti dalla cima del Monte Campione

Lungo la discesa prendiamo una dorsale più a sinistra di quella che abbiamo seguito in salita e nonostante la visibilità un pò piatta la discesa si rivela eccezionale. Con qualche togli e metti riusciamo ad arrivare al posteggio direttamente sci ai piedi al 12 di dicembre, pronti per la meritata ricompensa all’Alva.

Salomon Mtn Lab e lago di como sullo sfondo / 12 dicembre 2020

Il maestro Andrea Bormida in discesa dalla cresta dei Curunecc su ottima neve / 12 dicembre 2020

Saro Costa e Edoardo Carelli in discesa su polvere e con il Sasso Cavallo come sfondo / 12 dicembre 2020
Davide Terraneo in discesa, versante Nord Est della Grignetta / 12 dicembre 2020

il 21 dicembre è l’ultimo giorno dell’autunno ( Emisfero Boreale ) e mi trovo con Saro Costa e Fabio Vigezzi in direzione passo dello Spluga per chiudere questa stagione fatta da incredibili sciate. Proprio noi tre avevamo iniziato al 16 ottobre sulla cima di Lago Spalmo e ci ritroviamo qui a chiudere il cerchio. Il meteo a questo giro non è dalla nostra parte e saliamo verso il Bivacco Cecchini nel white out totale ma su deve ancora una volta ottima. I 10-15 cm caduti nella notte e accumulati agli altri già presenti ci hanno regalato una discesa su ottima neve anche se dalla visibilità ridotta.

Con questa gita possiamo dire ciao a questo Autunno e ringrazio tutti i miei compagni per queste splendide avventure.

Salendo al Bivacco Cecchini 2773m Davide Terraneo e Fabio Vigezzi / 21 dicembre 2020 / ph Saro Costa
Al riparo dentro al Bivacco Cecchini 2773 m, Val Loga, prima di gustarci un bel caffè caldo/ 21 dicembre 2020 / ph Saro Costa
In discesa dal Bivacco Cecchini 2773m, sullo sfondo la valle di Chiavenna / 21 dicembre 2020 / ph Saro Costa

Autunno 2020 (Emisfero boreale). Inizio: martedì 22 settembre Fine: lunedì 21 dicembre

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