L’ AUTUNNO DEI RECORD

L’ AUTUNNO DEI RECORD

DATI, ANEDDOTI E UN PO’ DI STORIA DI QUESTO AUTUNNO 2018, CHE VERRA’ RICORDATO A LUNGO PER I RECORD IN CONTRAPPOSIZIONE TRA LORO: SICCITA’ E PIOVOSITA’

Terrazza Pirovano Passo dello Stelvio 30 ottobre 2018. Photo archivio Pirovano.

L’Autunno dei Record : di Marco Trezzi

Manca poco all’ inizio della stagione invernale e questo “pazzo” clima ha deciso di farcela iniziare con le migliori premesse, almeno alle quote medio/alte. Quanto è successo in queste 72 ore, per la durata, la dinamica e la quantità di acqua caduta dal cielo ha dell’incredibile e ha lasciato tutti scioccati e increduli.

Nella tarda serata di Venerdì 26 ottobre 2018, la formazione di un potente minimo depressionario sul golfo di Genova, con forti correnti da sud-ovest di Libeccio alternate a fasi da sud di Ostro, ha raggiunto la parte centro-orientale delle nostre Alpi, colpendo tutte le zone dal Ticino fino al Tirolo, sia a sud che a nord dello spartiacque alpino. Chiaramente la zona più colpita è stata proprio quella sud alpina, come vuole la teoria per queste configurazioni col minimo depressionario su Genova. In particolare le Alpi Lombarde sono state molto ben colpite, infatti se ci focalizziamo sulla Valtellina, in molti casi si sono raggiunti e addirittura superati i valori record del Luglio 1987, durante la tragica alluvione che costò la vita a decine di persone.

I dati di pioggia in mm al suolo a confronto: Autunno 2018 e luglio 1987

Fortunatamente, nonostante i valori di pioggia superiori a quell’ anno, non ci sono stati molti danni legati all’ acqua, proprio perché lo zero termico è sempre stato intorno ai 2000/2500 metri, quindi la neve ed i ghiacciai in quota non fondevano come nel 1987, proprio lo zero termico elevato (oltre i 4000 metri) fu una delle concause che scatenò la catastrofe che ben conosciamo.

Torniamo ai dettagli di questo evento, parlando di numeri siamo di fronte a cifre da capogiro per molte zone, soprattutto l’Alta Valtellina, che, complice il libeccio ben spinto, ha battuto ogni record da che esistono stazioni di rilevamento. 250 mm in Valdisotto, 180 mm a Santa Caterina Valfurva, valori record se pensiamo che queste zone, molto aride per natura, hanno una piovosità media annua di 700/800 mm. Indubbiamente mai prima d’ora sono caduti così tanti millimetri d’acqua in così poche ore.

Tradotte in neve, quella che alla fine a noi interessa, si traduce in oltre 200 cm oltre i 3000 metri nella zona della Cima Piazzi/Val Viola, e oltre 150 cm nella zona Forni/Zebrù a pari quota. Bormio 3000 registra 182 cm la mattina di Martedì 30, il vicino ghiacciaio Presena al Tonale oltre 200 cm, il Passo dello Stelvio dai 180 ai 200 cm.

Copiosa nevicata in atto il 30-10-2018  a Bormio 2000
Ghiacciaio del Presena, oltre 200 cm di neve ma anche sabbia
Bormio 3000 registra 180 cm di neve al suolo.

Proprio al Passo dello Stelvio quasi 200 persone sono rimaste bloccate, il passo è stato chiuso anticipatamente e non sarà facile portarli a valle in breve, soprattutto con le automobili rimaste seppellite nei parcheggi. La cosa più importante però è che questa neve è tecnicamente perfetta! Infatti si tratta di una classica perturbazione autunnale, con apporto di aria umida e mite in quota, che rende la neve piuttosto bagnata e pesante fino alle quote più elevate, insomma un fondo perfetto per noi sciatori e una “coperta” fantastica per i nostri ghiacciai in sofferenza, il vento difficilmente la sposterà e il gelo e il successivo disgelo diurno aiuterà a pressarla e legarla al terreno sottostante.

Chiusura ufficiale del passo dello stelvio 28 ottobre 2018. Photo Passo Stelvio-Stilfserjoch facebook
Stelvio, parcheggio del Folgore: Macchine sepolte.

Neve, acqua, venti estremi e zeri impazzi con diverse sbalzi termici importanti in poche ore.

In questi 3 giorni la quota neve è stata altalenante, infatti oltre lo spartiacque alpino correnti di fohn hanno raffreddato l’aria trasformando la pioggia in neve nella giornata di Sabato e Domenica fin verso i 500 metri, con notevoli disagi alla circolazione; 50 cm sul fondovalle engadinese e 30 cm a Livigno, mentre qui a sud una potente ma fortunatamente di breve durata sciroccata, ha fatto schizzare la quota neve fin verso i 2800 metri nella serata di Lunedì e causato molti danni per alberi caduti e frane, con venti che hanno superato i 100 km/h in molte località, proprio questa fase ha causato i danni maggiori sulle Alpi come in pianura.

L’interruzione di questa calda corrente da sud-est in arrivo dall’Adriatico ha poi subito riportato i fiocchi bianchi fin verso i 1600 metri anche nelle Alpi Orobie, con le piste di Aprica sbiancate. Arriviamo proprio alle nostre nevosissime Orobie, anche loro hanno dato spettacolo, anche se a quote decisamente troppo alte per queste montagne, Pescegallo ad esempio ha registrato oltre 500 mm di pioggia, che potrebbe significare oltre 4 metri di accumulo a quote di 3000 metri ma, come ben sappiamo, le Orobie non hanno molte montagne che arrivano a quote così elevate, ma per quelle ci sarà tempo durante l’inverno.

Timidi fiocchi anche sulla famosa pista Magnolta, Aprica. Photo 3b meteo webcam

Anche la nevosa Valle Spluga non è rimasta a guardare, nonostante nella giornata di Sabato abbia piovuto meno a Madesimo che a Santa Caterina Valfurva (cose da non credere), ha subito recuperato terreno nelle giornate successive, arrivando a oltre 300 mm di accumulo. Val di Lei già pronta per accogliere gli sciatori insomma, in cima al Groppera si potrebbero superare i 250 cm di accumulo nevoso.

Il paese di Spluga a 1900 m s.l.m. in Valchiavenna, sabato 27 ottobre con la prima neve caduta. Ora si superano i 60/70 cm. Photo Andrea Curti.
Il lago artificiale di Spluga e l’omonimo paese sullo sfondo. La Val Loga potrebbe essere già pronta per le prime gite stagionali. Photo Andrea Curti.
I gatti delle neve pronti per battere le piste della Skiarea Valchiavenna a Madesimo. Photo Federico Deghi.

In generale tutto il comparto centro-orientale delle Alpi presenta accumuli simili a quote superiori ai 3000 metri. Ma non solo questa zona delle Alpi ha potuto gioire dell’evento, anche le stazioni sciistiche della VDA e del Piemonte possono ritenersi soddisfatte, Lunedì 30 le correnti hanno colpito molto bene la zona di confine valdostana e l’alto Piemonte, con 50 cm a Cervinia e oltre 150 cm a quote superiori ai 2500 metri un pò in tutta la regione.

 Conclusioni e riflessioni

Insomma, i presupposti affinché la stagione invernale sia ottima ci sono, considerando che le previsioni sono ancora propense ad apportare altre piogge autunnali sulle nostre Alpi, la tendenza è quella di un periodo piuttosto perturbato, ma comunque difficile esprimersi nei dettagli per la prossima settimana. Certa è una cosa: fino a Venerdì 26 Ottobre 2018 stavamo vivendo uno degli autunni più secchi e caldi che la storia conosca, anche sul fronte temperature sono stati battuti molti record decennali tra Settembre ed Ottobre, senza contare la quasi totale assenza di precipitazioni di rilievo. Il clima sta cambiando, di questa cosa dobbiamo esserne consci, queste estremizzazioni meteo saranno, con molta probabilità, sempre più frequenti negli anni a venire.

E’ stato proprio un autunno da record, sotto tutti i punti di vista. Ora mi raccomando, prepariamo le nostra amata attrezzatura da sci ma non lasciamoci prendere troppo dall’ entusiasmo di voler andare ad avventurarci con pelli di foca o itinerari particolari in quota, il manto nevoso è pesante e molto instabile, il rischio valanghe è molto alto e così rimarrà per alcuni giorni. Lasciamo che questa neve si assesti al meglio e leghi col terreno sottostante prima di affrontare i pendii più ripidi con le prime sciate novembrine.

Per gli amanti del “millerighe” segnaliamo che l’Ortler Ski Arena di Solda apre Giovedì 1 Novembre, il ghiacciaio Presena Sabato 3, mentre si scia già in Val Senales, al Plateau Rosà e sui ghiacciai del Tirolo.

L’autore dell’articolo Marco Trezzi, classe 1992, è nato e cresciuto in Brianza ma da anni vive in Alta Valtellina. E’ un grande appassionato di montagna a 360°, di meteorologia e soprattutto di neve. Sciare è l’attività che più gli piace fare in montagna, tanto da tenere gli sci ai piedi almeno 10 mesi all’anno, la sua vita ruota intorno allo scialpinismo, dalle classiche alle esplorazioni su itinerari sconosciuti ai più. Questa grande passione lo ha portato a trasferirsi nel cuore delle Alpi, a Bormio, il luogo dove fin da bambino passava le vacanze e ha lasciato il cuore. Qui l’amore per lo sci si è anche trasformato in lavoro, infatti è occupato presso la famosa SkiTrab, leader mondiale della progettazione e realizzazione di prodotti per lo scialpinismo.

Marco Trezzi e i suoi inseparabili sci marchiati ovviamente Skitrab. Photo archivio Marco Trezzi
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